Gazzetta Ufficiale n. 90 del 18 aprile 1997

 

"Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature"


ALLEGATO 2 - Valutazione delle perdite degli acquedotti


acqua - gestione - fognatura - acquedotto - perdite

2.1. Natura delle perdite
Le perdite negli acquedotti possono essere presenti in ogni componente degli impianti, dovute in generale a difetti di costruzione, a vetustà o ad inadeguata manutenzione e ad errori di gestione.
In particolare si evidenzia la possibilità di perdite negli impianti di trasporto primario e secondario, per perdita di processo negli impianti di trattamento, per errori di regolazione o misura nelle connessioni con altri impianti ai quali si fornisce acqua, per consumi anomali in utenze autorizzate senza contatore (ad es. degli idranti, fontane, ecc.), per manutenzione e servizi degli impianti, per disservizi occasionali dovuti a rotture o a scarichi di troppo-pieno nei serbatoi, per utenze abusive, per perdite di tenuta nelle condotte e nei serbatoi, per consumi anomali consentiti da malfunzionamento dei contatori.
Tra le cause di maggiori perdite si evidenziano:
- negli impianti di trattamento, il mancato ricircolo delle acque di lavaggio e l'anomalo scarico di acqua grezza in arrivo e di acqua trattata in uscita;
- le rotture delle tubazioni, la compromissione dei giunti e l'inadeguatezza delle derivazioni all'utenza nel complesso degli impianti di adduzione e di distribuzione;
- il funzionamento anomalo dello scarico di troppo-pieno nei serbatoi.
Alcune delle citate perdite sono da considerarsi non eliminabili, essendo per contro da perseguire la loro minimizzazione, attraverso l'osservazione dei parametri indicati al successivo punto 2.3.
In relazione alla strategia d'intervento d) indicata al comma 1, art. 5, della legge n. 36 del 1994, in ordine al perseguimento dell'obiettivo del risparmio idrico, sono da valutare i consumi eccedenti le reali necessità negli usi domestico, agricolo, industriale e terziario.

2.2. Strumenti di controllo e strategie di riduzione delle perdite
L'individuazione delle perdite negli impianti di trattamento, nelle condotte e dagli scarichi di troppo-pieno dei serbatoi di acquedotto può essere effettuata attraverso appropriati misuratori di portata disposti in posizioni idonee a consentire il controllo sulla corretta funzionalità dell'intero impianto. Le misure di portata debbono essere estese per un conveniente periodo di tempo, per coprire i diversi assetti di funzionamento, che si possono determinare a causa delle variazioni quantitative e di distribuzione della domanda idrica. Devono essere eseguite con strumenti in grado di fornire sia la portata istantanea, sia il volume d'acqua complessivamente transitato in un determinato periodo di tempo. In rapporto al funzionamento notturno, in condizioni di minima erogazione, risultano assai utili le misurazioni di pressione in opportune sezioni, in quanto dal controllo delle cadute di pressione si traggono informazioni circa la presenza di perdite anche di ridotta entità.
La valutazione delle perdite attraverso l'esecuzione di prove di tenuta può risultare troppo onerosa a fronte della necessità del rendiconto annuale previsto dal comma 2 del paragrafo 4, richiedendo tempi di esecuzione rilevanti e soprattutto l'interruzione di esercizio del componente sottoposto a prova, per cui tale misura è in generale da considerarsi eccezionale.
Per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione degli acquedotti è necessario che il gestore stabilisca per regolamento la frequenza della lettura dei contatori. Il gestore stabilisce inoltre per regolamento la posizione dei contatori di consegna all'utenza, posizione che deve trovarsi quanto più possibile prossima alla condotta pubblica d'alimentazione, preferibilmente al limite della proprietà privata, ed in posizione protetta dal gelo. Il gestore deve comunque essere autorizzato all'ispezione dell'allacciamento fino ai contatori, pena la sospensione del servizio.
Per quanto riguarda la valutazione dei consumi eccedenti le necessità, l'indicazione, di cui alla voce d) del comma 1, art. 5, della legge n. 36 del 1994, di installare in modo diffuso apparecchiature per il risparmio idrico e di adottare per tali usi adeguati metodi finalizzati al risparmio, pone il problema del controllo di tali usi in relazione alle esigenze giudicate necessarie ed impone nel contempo la necessità di contenere adeguatamente la pressione di alimentazione all'utenza.
Per il controllo delle perdite di un sistema di acquedotto è utile suddividere l'impianto in distretti, che possono comprendere interi elementi relativi alla produzione e porzioni di distribuzione di dimensioni da valutare con riferimento alla configurazione e dimensione della rete. Ogni distretto è definito dalla caratteristica di possedere organi di misura continua della portata immessa.
Possono inoltre essere considerati i settori caratterizzati dalla possibilità di essere intercettati ed isolati dal sistema generale.

2.2.1. Installazione di strumenti di misura delle portate
Gli apparecchi di misura delle portate istantanee e totalizzate debbono essere inseriti:
- nelle opere di captazione dell'acqua;
- all'entrata degli impianti di trattamento;
- in uscita dagli impianti di trattamento;
- in entrata nei serbatoi;
- in uscita dai serbatoi;
- nei nodi di alimentazione dei distretti di utenza;
- in tutte le utenze private, pubbliche e di istituto vanno installati strumenti totalizzatori (compresi servizi di innaffiamento strade e giardini pubblici).
Sono fatte salve le utenze regolamentate da leggi speciali per esigenza di sicurezza pubblica (ad esempio gli idranti antincendio).
Nelle sezioni ove transitano cospicui quantitativi di acqua sono da adottare strumenti di precisione (misuratori elettromagnetici o ad ultrasuoni) atti alla telelettura.
I contatori devono essere dotati di valvola di sezionamento e valvola unidirezionale prima del contatore e valvola di sezionamento (ad uso dell'utente) a valle del contatore. In caso di eccesso di pressione nella condotta stradale, a valle della prima valvola di sezionamento, prima del contatore, va posto un riduttore-regolatore di pressione.
Le letture devono essere effettuate avendo cura di contenere nei minimi tempi la rilevazione dei consumi in ciascun distretto. La lettura frequente evidenzia le perdite anche all'interno delle utenze, consentendo la tempestiva riparazione degli apparecchi in avaria.

2.2.2. Installazione di misuratori di pressione
Nei nodi principali delle condotte adduttrici e delle reti di distribuzione devono essere installati manometri registratori permanenti, con scrittura su supporti informatici in campo o in postazione remota, per il rilevamento dell'andamento delle pressioni, al fine del controllo dei valori della pressione di consegna all'utenza e delle perdite attraverso il confronto tra i valori rilevati in strumenti posti in posizioni vicine.
Negli altri nodi ritenuti significativi devono essere predisposte prese in derivazione entro pozzetto per il montaggio periodico degli apparecchi di rilevazione delle pressioni.

2.2.3. Determinazioni sul funzionamento delle condotte
Per ogni elemento delle condotte adduttrici e di distribuzione il gestore deve elaborare una dettagliata analisi delle erogazioni e delle pressioni nelle ore diurne di massimo consumo ed in quelle notturne di minimo consumo, riferita ai nodi sede di strumenti di rilevamento delle portata e delle pressioni.
Dalle letture dei contatori d'utenza (e non dalle bollette di addebito che sono formulate di norma in base ai minimi contrattuali che possono essere superiori ai consumi reali) si ricavano le portate totalizzate in ciascun distretto e nell'intera rete per acqua fornita agli utenti.
Tale risultato va comparato con le indicazioni, nell'equivalente periodo temporale, degli apparecchi di misura delle portate in uscita dai serbatoi e nei singoli distretti d'utenza, previa decurtazione delle portate defluite per periodici scarichi di acqua per lavaggio condotte, per rotture accidentali e per funzionamento di idranti antincendio.
I dati per la comparazione devono essere ragguagliati in rapporto al grado di precisione dei vari tipi di apparecchi installati, secondo le vigenti norme contenute nel D.P.R. 23 agosto 1982 n. 854 in attuazione della direttiva CEE n. 75/33 relativa ai contatori di acqua fredda e secondo le norme CNR- UNI n. 10023 sui contatori di correnti fluide.
Quando la comparizione indica anomale differenze tra i volumi di acqua immessa nelle condotte adduttrici e quelle in entrata nei serbatoi e tra acqua in uscita dai serbatoi e dai nodi dei distretti di utenza rispetto a quella rilevata dai contatori di utenza, confrontando poi con i dati teorici di calcolo dell'esercizio, va operata la ricerca delle cause iniziando con la rilevazione delle pressioni nei nodi di rete, operando quindi l'analisi delle variazioni di pressione intervenute rispetto alla situazione normale e/o comparandone i risultati con il calcolo teorico delle pressioni.
Sensibili difformità rilevate comportano l'esame puntuale degli elementi di rete per la ricerca delle perdite mediante apparecchi rilevatori di fughe e, ove necessario, con sezionamenti di condotte e prove di tenuta a pressione previa interruzione del servizio.

2.3. Parametri di valutazione delle perdite
Per il complesso di impianti e per ciascun impianto gestito debbono essere definiti i valori dei parametri di seguito indicati che consentono una valutazione oggettiva del funzionamento del servizio e delle perdite, con riferimento ad un anno solare (e a periodi più limitati, per valutazioni più particolareggiate, con adeguamento dei parametri):
- durata del periodo d'osservazione in giorni: gg (n.)
- popolazione residente servita dalla rete di distribuzione: PR (n.)
- popolazione fluttuante in termini di giorni di presenza nel periodo di osservazione di gg giorni: GF (n.)
- volume impegnato nell'ambiente: A01 (metri cubi)
- volume di acqua prelevato complessivamente dall'ambiente: A02 (metri cubi)
- volume in ingresso agli impianti di trattamento: A04 (metri cubi)
- volume in ingresso alla distribuzione: A09 (metri cubi) (A09=A02s+A06-A03s+A07s-A08s)
- rendimento al trattamento: RT=A06/A04 (-)
- rendimento primario: R1=A10/A09 (-)
- rendimento al consumo: R2=(A10+A11)/A09 (-)
- rendimento netto R3=(A10+A11+A12)/A09 (-)
- rendimento idraulico del servizio: R4=(A05+A08+A018)/A19 (-)
- indice delle perdite totali in distribuzione: P1=A17/A09=1-R3 (-)
- indice dell'acqua non servita all'utenza: P2=(A09-A10- A11)/A09 (-)
- indice delle perdite in distribuzione: P3=A15/A09 (-)
- rapporto finanziario: R5=A20/A19 (-)
- indice lineare delle perdite totali: I1=A17/L (metri quadri), ove L rappresenta la lunghezza complessiva della rete
- indice superficiale delle perdite totali: I2=A17/S (m), ove S è la superficie totale interna delle condotte della rete
- indice lineare delle perdite in distribuzione: I3=A15/L (metri quadri)
- indice lineare di consumo netto: I4=(A10+A11+A12)/L (metri quadrati)
- indice demografico di consumo netto: I5=(A10+A11+A12)/(PR+GF/gg) (metri cubi/ab)
- indice di eccedenza: I6=(A10-Amc)/A10) (-), ove Amc rappresenta la dotazione minima contrattuale stabilita per l'utenza);


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